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E’ un’associazione ODV che si occupa principalmente della tutela e del benessere del coniglio, recuperando conigli abbandonati e cercando loro una nuova famiglia. Non raramente gestisce anche altri animali affini ai conigli, come cavie (“porcellini d’india”), cincillà, citelli, ecc.
Nel 2001 alcuni volontari appassionati di conigli decisero di organizzare il primo raduno nazionale dedicato ai conigli. Tale raduno prevedeva alcune conferenze sul coniglio che all’epoca non era assolutamente considerato come probabile animale da compagnia. Alcuni anni più tardi, il 1 febbraio 2008, vista la poca presenza di associazioni dedicate a questo animale, gli stessi volontari decisero di fondare “amiCOniglio”(cioè un Coniglio per Amico), dopo aver maturato negli anni precedenti una grande competenza sulla gestione dei conigli.
amiCOniglio opera principalmente e in maniera capillare sul territorio della regione Lazio.
Spesso si trova ad operare al di fuori di tale territorio in collaborazione con altre associazioni analoghe, come ad esempio “La Voce dei Conigli” nel Nord Italia, creando quindi una rete di collaborazione, comunicazione e supporto molto efficace a livello nazionale.
Una delle attività principali dell’associazione è l’informazione, portata avanti attraverso eventi, conferenze, interviste e social media.
Lo scopo dell’informazione è quello di creare consapevolezza e responsabilità nelle persone che decidono di avere un coniglio in famiglia, evitando il più possibile gli abbandoni.
Se ciò dovesse accadere, l’associazione si occupa del recupero di tali conigli abbandonati, assicurando loro visite mediche, vaccinazioni, sterilizzazione e la ricerca di una famiglia idonea ad accudirli.
Il recupero dei conigli abbandonati avviene tramite segnalazione che ogni persona può effettuare contattando l’associazione tramite telefono, mail, facebook, ed indicando con precisione il luogo del ritrovamento.
Nel periodo che intercorre tra il recupero e l’adozione, il coniglio viene affidato temporaneamente ad un volontario che se ne prende cura. I conigli che entrano in associazione non provengono solo da abbandoni, ma anche da cessioni volontarie per vari motivi (trasferimenti lavorativi, allergie,ecc) o, situazione ben più grave, da sequestri comandati dalle pubbliche istituzioni per situazioni di illegalità.
Una famiglia che decide di adottare un coniglio ha la possibilità di sceglierlo tramite le foto pubblicate sul sito e sulla pagina Facebook dei conigli in cerca di casa.
Per verificare l’idoneità di tale famiglia, le viene chiesto di compilare un modulo di richiesta di adozione, contenente una serie di domande su come il coniglio verrà gestito in caso di adozione.
La fase successiva prevede una visita preadozione per valutare la predisposizione della casa ad accogliere il coniglio in totale sicurezza e libertà.
Il terzo ed ultimo passo è la consegna dell’animale che viene sempre effettuata da un volontario che controlla il processo di ambientamento del coniglio nella nuova famiglia.
Il coniglio attualmente non è considerato un animale d’affezione per la legge italiana, con tutte le conseguenze che questo ne comporta, come ad esempio la possibilità di tenerlo in casa per compagnia o di mangiarlo comprandolo al supermercato.
Spesso vengono portate avanti campagne per modificare questa norma legislativa da tutte le varie associazioni che considerano il coniglio come il terzo animale da compagnia per diffusione.
Un modo per far capire alle istituzioni la diffusione del coniglio nelle famiglie italiane è la possibilità di microchipparlo e iscriverlo volontariamente ad anagrafi lapine non ufficiali.
Con tale procedura si riesce ad avere una stima della popolazione di questo animale.
I rischi per la salute del coniglio derivano tutti dal fatto che un abitazione non è l’habitat originario nel quale dovrebbe vivere.
Le case sono piene di insidie che possono rivelarsi mortali data l’innata curiosità dell’animale.
Esempi possono essere il tranciamento di cavi elettrici, l’ingestione di sostanze chimiche (es. detersivi), o di alimenti tossici (es. cioccolato).
Bisogna quindi nel quotidiano prestare la massima attenzione per limitare il più possibile l’esposizione del coniglio a tali rischi, come si fa esattamente con i bambini piccoli.
Un’altra fonte di mortalità deriva dalla convivenza con altri animali, come ad esempio gatti e cani, che per la loro natura di predatori possono nuocere anche involontariamente al coniglio. Ciò non toglie che esistono bellissimi esempi di convivenza interspecifica che però devono essere portati avanti e seguiti solo da persone che sanno gestire i vari animali.
I rischi per l’uomo derivanti dalla convivenza con un coniglio sono praticamente assenti e si riducono a rari e piccoli trasferimenti di malattie epidermiche dovute al contatto con l’animale.
Il motto principale dell’associazione è: “insieme, liberi e felici si può”, che sta a significare che nessuna forma di costrizione, come la gabbia, deve essere presa in considerazione.
A seguire i consigli riguardano le caratteristiche peculiari del coniglio e cioè il fatto di essere preda e di essere strettamente erbivoro.
Bisogna quindi assicurargli ripari dove possa nascondersi, zone sicure dove non si senta minacciato, e verdure e fieno sempre a disposizione.
Da eliminare tutta l’alimentazione derivata dalla zootecnica, come ad esempio la somministrazione di mangimi contenenti cereali, semi, ed in generale carboidrati e proteine.
Come tutti gli animali anche il coniglio deve essere seguito da un veterinario che deve avere una specializzazione in animali non convenzionali (o esotici), questo perché il coniglio ha delle caratteristiche uniche che devono essere conosciute in profondità per poterlo curare.
Se vengono seguiti questi semplici consigli, un coniglio può vivere oltre i 10-12 anni.